La Ballata di Tapie e Grande Nero

… Grande Nero si arrampicò lesto su per le balle di fieno impilate nella travata… Prima di sistemarsi ruotò tre volte su se stesso senza riuscire a crearsi una nicchia, perché il fieno era solidamente pressato e compatto. Ed era umido e freddo, perché erano giorni che una pioggia fitta e inesorabile inzuppava ogni cosa…
Era la metà di novembre, la stagione in cui il sole fugge dal cielo per ricomparire ben raramente, freddo e lontano, la stagione che precede l’invasione gelida e fredda della neve, su cui le zampine sprofondano, e non si può né correre né saltare…
 Dopo un breve sonno un po’ inquieto Grande Nero si svegliò e osservò con un occhio socchiuso il cielo livido che compariva dietro i rami brulli del grande ciliegio… Senza preavviso la balla di fieno su cui Nero giaceva fu sollevata e spinta in avanti da un fragoroso scroscio gelato... Il gatto chiuse gli occhi, provò un forte dolore alla testa e a un fianco,  si sentì sospeso e insieme schiacciato da qualcosa di viscido e di gelido, che gli cadeva addosso e lo trascinava con sé. Nero non era il tipo da permettere a qualcuno o a qualcosa di sopraffarlo. Ringhiò, ma il nemico gli penetrò nella bocca e nella gola soffocandolo e costringendolo ad abbandonarsi al sudicio nastro vischioso… si trovò impigliato tra rami duri, ricoperti di fango…
Passarono un’ora, due, tre? Poi la pioggia si calmò… D’improvviso esplose in cielo un grande frastuono, il gatto si sentì trapassare  da una sciabolata di luce, che accese il suo solo occhio valido come un faretto verde. C’era un enorme insetto luminoso che sbatteva le elitre al di sopra di lui…

la ballata di tapie e grande nero copertina

L’elicottero si abbassa al di sopra del grande ciliegio, che ha resistito al torrente di fango. Un vigile del fuoco, ondeggiando su una lunga scala di corda, afferra Nero per la collottola.  Comincia così il primo volume della saga di Tapie e Grande Nero.

Poi compaiono gli altri gatti: Mignonne, dal largo viso dagli zigomi sporgenti che pareva scolpito nel marmo bianco; Tapie, sfuggente e misteriosa; Pigro, dal mantello giallarancio, placido e gentile; Grudi;  Aster, giovane tigrato con un volto delicato e un po’ femmineo; la Bu, coraggiosa e determinata; la vezzosa Grigina, che cammina in punta di piedi come calzasse scarpine dal tacco alto.  

Sotto la guida del loro sovrano, i gatti, scacciati dalla loro valle alpina da una paurosa alluvione, partono alla ricerca di un nuovo territorio, tra pericolose avventure e i canti di Grande Nero, che narrano le leggende mirabili e prodigiose dei gatti delle origini, che hanno assunto un carattere quasi divino. A nessun umano è mai stato dato di ascoltare questi canti.

Risalendo lungo il versante di una collina innevata, i fuggiaschi si rifugiano negli anfratti di un bosco,  tra betulle e abeti - in tutto il romanzo la presenza della natura è viva, costante –, poi giungono sulle sponde di un ameno laghetto invernale, dove Nero, accostando un’umana, percepisce l’odore selvaggio della decisione di uccidere, e gonfia orribilmente il mantello, emettendo quel suo verso pauroso che ricorda un muggito.

Attraverso terribili rischi ( ci fu un turbinare di peli bianchi e di peli neri. Urla feroci di guerra. Una massa informe, gonfia e irsuta… rotolava sulle rocce… due code enormi… chiostre di denti bianchi che affondavano nei mantelli… ), e incontri imprevisti: l’intervento di una gattara troppo pietosa che tenta di imprigionarli, la comparsa di una tenera siamese che vorrebbe trattenere Grande Nero con sé, i gatti raggiungono  un villaggio alpino inghirlandato di luci natalizie di tanti colori,  e vengono a conoscenza di uno stupefacente segreto.

 

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